Nell’attuale contesto macroeconomico, segnato dall’avvento della pandemia e dalla conseguente recessione economica, investire è un verbo assai complicato da trasporre nella realtà. D’altro canto, basta vedere quanto siano volatili gli indici azionari per comprendere come il nervosismo sia il principale protagonista dei mercati.
Un esempio concreto, in tal senso, lo offre il principale indice azionario italiano, il FTSE-MIB, che nell’arco di poche settimane è crollato da 20000 a 17000 punti, per poi risalire prepotentemente sopra quota 21000 dopo la notizia della scoperta del vaccino anti-covid. Il tutto in uno scenario in cui si registrano, in tutti i paesi industrializzati, decrementi di PIL superiori a quelli fatti registrare all’epoca del secondo conflitto bellico.
La funzione dell’oro
A sostenere i mercati in questa fase sono state le Banche Centrali: drenando ingenti stimoli finanziari, hanno evitato che gli stessi finissero in corto circuito rendendo ancora più drammatica l’attuale situazione. Per quanto tempo questa immensa liquidità continuerà a sostenere i mercati, o meglio eviti dei pesantissimi storni, non è dato sapersi. Ed i livelli raggiunti oggi, secondo alcuni analisti, sono destinati a ridimensionarsi nell’arco di qualche mese.
In ambito finanziario, di conseguenza, è tornato prepotentemente di moda un bene rifugio che, in situazioni piuttosto tese dei listini, ha mostrato una forte resilienza: l’oro. Esso, infatti, è un ottimo asset per diversificare i propri investimenti, fornendo un valido supporto agli investitori nei momenti in cui i mercati azionari fanno registrare dei pesanti storni o addirittura dei crolli.
L’oro, inoltre, a differenza dei bond non è soggetto al rischio default, grazie al fatto di essere tangibile, indistruttibile e con un valore stabile nel tempo. In un orizzonte temporale di medio-lungo periodo, infatti, è stato in grado di fornire dei buoni ritorni economici, in virtù della forte richiesta sul mercato che supera ampiamente l’offerta.
È possibile ottenere guadagni nei modi più disparati, con una facilità d’accesso alla portata di qualunque risparmiatore. Basti pensare, ad esempio, alla possibilità di poter ottenere liquidità vendendolo ad un compro oro a Roma con massima valutazione, rendendo immediatamente tangibile e concreto il guadagno al miglior prezzo del mercato.
Dai classici lingotti d’oro ai futures
Se quella poc’anzi citata rappresenta la via più breve, esistono altre soluzioni grazie alle quali si può entrare in contatto con il prezioso metallo giallo. Non è mai passata di moda, ad esempio, l’opportunità di comprare l’oro fisicamente: i lingotti d’oro, infatti, sono ancora una modalità di investimento alle quale si rivolgono molti investitori, che desiderano “toccare con mano” l’investimento eseguito. In questo caso, il parametro di riferimento è il valore dell’oro nel mercato delle commodities.
Negli ultimi anni, però, moltissimi risparmiatori hanno approcciato all’oro mediante alcuni asset finanziari che, col passare del tempo, sono diventati sempre più di uso comune. L’esempio più eclatante è, senza alcun dubbio, quello proveniente dal mondo degli ETF, ovvero fondi comuni di investimento a gestione passiva che replicano fedelmente l’andamento dell’oro, con costi assai limitati per l’investitore.
Tutti gli ETF, inclusi quelli legati all’oro, sono quotati su mercati regolamentati, come quello italiano denominato “ETF Plus”, che consente al sottoscrittore di poter visualizzare – in real time – il valore del fondo prescelto e verificare se l’andamento è positivo o negativo. Come per qualsiasi asset finanziario, anche gli ETF sono esposti ad una certa volatilità e non si possono considerare “free-risk”: è buona norma, di conseguenza, utilizzarli all’interno di un portafoglio ben strutturato e diversificato.
L’oro può essere acquistato anche tramite un altro strumento finanziario come i futures, un asset disponibile su tutte le principali piattaforme di trading ma al tempo stesso molto più “rischioso” rispetto all’ETF: è indispensabile, in questo caso, disporre di un’ottima cultura finanziaria e di una propensione al rischio certamente non bassa.